ASFALTO MORTALE

Nella tarda serata di Martedì 07 Novembre, sulle strisce pedonali limitrofe alla sede universitaria della “Cittadella” si è consumata l’ennesima tragedia. Uno scooter e poi una macchina hanno investito una studentessa, che ha perso la vita, e il suo fidanzato che è rimasto gravemente ferito. Non si tratta del primo incidente mortale che interessa studenti universitari in quel tratto di circonvallazione e non è la prima volta che ci si interroga sul come sia possibile morire in queste assurde circostanze e sul come possiamo fare per evitare altre morti.
Credo fermamente che la colpa di queste morti sia da ricercare certamente nella mancata messa in sicurezza degli attraversamenti stradali di quel tratto di circonvallazione ma soprattutto nella maleducazione di chi si mette in strada alla guida di autoveicoli e motocicli. Risulta sufficiente un giro in auto di qualche ora per le strade di Catania e ci si rende conto che tra manovre avventate, corse spericolate, parcheggi in tripla fila, chiamate, messaggi vocali e persino messaggi whats’App la guida in città non è per nulla sicura. D’altro canto se i catanesi al volante non sono degli assi neanche chi cammina a piedi è un cittadino modello con attraversamenti privi di qualunque attenzione e rispetto dei semafori e delle regole stradali.
Chiara e gli altri colleghi che hanno perso la vita in strada sono vittime della maleducazione dei catanesi e del disinteresse delle istituzioni che si vestono a lutto senza la minima intenzione di intervenire, evitando morti assurde come queste. La soluzione c’è già, si chiama “codice della strada” dovremmo solo far capire a chi guida che la macchina è come una pistola carica in mano ad un principiante, se il principiante non è sufficientemente attento, prima o poi, il colpo parte.
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